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Ci sono volte in cui non riesco a salutare qualcuno con tranquillità…

Ci sono delle volte in cui mi sento a disagio. Per esempio delle volte riesco a salutare qualcuno con estrema tranquillità, altre volte quella stessa persona non la saluto perché forse, non essendoci magari un rapporto o confidenza alla base, ho quasi “imbarazzo” nel farlo, nonostante magari in altre circostanze lo avessi fatto in modo naturale. A volte è come se il fatto di non guardarmi o di non avere un cenno di approvazione dall’altra parte mi creasse disagio nel farlo. A volte le stesse persone non lo fanno nemmeno loro con me, ma forse proprio perché sono io spesso a non farlo con loro. Diciamo che se mi sono proprio accanto o se c’è un motivo specifico (esempio dovergli passare di fianco, dover attendere in bagno per la fila) allora lì mi è più semplice. Ma se la stessa persona è magari insieme al suo gruppo di amici non riesco a salutare, sono a disagio e in quei momenti gli passo davanti con lo sguardo rivolto verso il basso e mi sento super irrigidita in quei momenti, non vedo l’ora di superare quel tratto e andare magari a sedermi o spostarmi appunto altrove. Mi crea disagio il fatto magari di pensare a quello che quelle stesse persone possano pensare di una che a volte saluta, a volte no. Che sia lunatica? Che sia timida? Che me la tiri? Che mi creda superiore? Vorrei salutare con serenità anche qualcuno con cui non ho confidenza. Il fatto però che non lo facciano gli altri per prima è per me motivo di disagio. Perché sono io a pormi il problema e invece dall’altra parte loro non lo fanno? Al tempo stesso non potrei mica salutare dal nulla, una persona che ho “ignorato” per diverso tempo per un disagio nel farlo e dal nulla salutarla come se nulla fosse? Voi che ne pensate? Come dovrei fare?
Spero in vostri preziosi consigli da mettere in pratica, seppur gradualmente, ma comunque ho tutta la volontà per andare oltre tutto questo. A volte è come se mi bastasse un “cenno” dall’altra parte e subito viene anche a me da fare lo stesso passo, magari anche in volte successive poi. Come se in quel momento capissi che quella persona apprezza il mio saluto e mi desse il via libera anche per le volte successive. Se invece davanti a me c’è una persona che lei per prima non mi saluta pur essendoci stato, magari in passato, un minimo di confidenza che con gli anni è svanita allora non riesco a salutarla e mi sento a disagio perché in realtà vorrei essere salutata o salutare, ma non vedo i presupposti per poterlo fare. Delle volte poi quando saluto con qualcuno con cui non ho confidenza è come se fossi a corto di argomenti e non vedo l’ora di scappare. Magari risulto antipatica anche per questo mio modo. Vi pongo ora delle domande schematiche sperando in delle vostre risposte/suggerimenti. Dunque:
1) Come faccio ad essere più spensierata e farmi meno problemi nel salutare qualcuno e sentirmi meno irrigidita?
2) Come faccio a salutare dal nulla, una persona o più persone, che fino a tempo prima non ho mai salutato? Non risulterebbe fuori luogo come cosa e sarebbe motivo di giudizio?
3) Come faccio a tenere su lo sguardo quando passo davanti a quel qualcuno nonostante mi senta rigidissima fino a quando non passo “oltre” per qualcuno? Esistono degli sforzi che potrei fare? Vincere la mia paura, placare il mio disagio ed ansia di quei momenti. Grazie.

Anonima


Cara Anonima,
tu hai colto una lettura molto interessante, quando affermi che sembra essere indispensabile per te l’approvazione altrui. Senza quel consenso, seppur minimo, sembra come se tu non ti sentissi in diritto di esprimerti, di esistere.
Forse è proprio in questa insicurezza di fondo, in questo timore di invadere lo spazio altrui, di non sentirsi forse troppo all’altezza dello sguardo altrui che risiede la risposta alle tue domande. Tu ci chiedi come fai a salutare dal nulla gli altri, ma non vi è forse una risposta corretta o una strategia, c’è una convenzione non detta della collettività che sancisce il saluto e probabilmente non ha una regola scritta sull’ordine preciso di chi saluta per prima. La tua rigidità muscolare sembra essere più una corazza spesso che cerca di proteggerti dallo sguardo, dalla delusione altrui, ma anche dalla messa alla prova dell’altro. Ci sono volte in cui cadiamo in una prigione di se e di ma…mi ha guardato ma non salutato, sono in gruppo non mi calcoleranno, non sono vista dagli altri, non se ne importano… 
Forse a parlare non è l’imbarazzo o la difficoltà a trovare degli argomenti specifici con cui affrontare la conversazione ma è quella sensazione così profonda che non ci fa sentire parte di qualcosa, quel bisogno di dover controllare ogni istante per paura di sentirsi rifiutati. Non ti conosciamo e quello che possiamo fare e fornirti degli spunti di riflessioni.
Parti dall’ascolto di te, dei tuoi bisogni o desideri. Se ti va di salutare fallo, non è detto ci sia un ordine preciso da rispettare. Ne tanto meno è impossibile o fuori luogo cambiare le abitudini. Se allenti la tensione interna sarà evidente anche all’altro uno spazio di maggiore apertura. Non demonizzare la tua rigidità cerca di capirla, di ascoltare la sua fatica e soprattutto il suo obiettivo. TI sta proteggendo da cosa?…
Speriamo di essere stati di aiuto.
Torna a scriverci se ne sentissi il bisogno.
Un caro saluto!